Freak out! La mia vita con Frank Zappa by Pauline Butcher;

autore:Pauline Butcher; [Butcher, Pauline]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862317214
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2015-01-06T23:00:00+00:00

27. LE GTOs

«PENSO CHE AL GRUPPO MANCHI QUALCOSA», disse Frank alle GTOs durante una delle loro visite. Sparkie era dolce e carina, Pamela era passionale e astuta, Sandra sexy ma alla buona, e Lucy faceva la GTO quasi suo malgrado. Solo Christine era davvero bizzarra. «Penso che anche Cinderella e Mercy debbano entrare nel gruppo. Aggiungerebbero la grinta necessaria».

Si trattava di due amiche di Christine. Mi accorsi di come Sandra, Pamela, Lucy e Sparkie mascherassero il proprio disappunto. Se Mr Zappa voleva che Mercy e Cinderella entrassero nel gruppo, era ok.

Mercy sembrava un’indovina. Aveva il mento all’insù e il naso aquilino, e indossava sempre un foulard e degli enormi orecchini a cerchio. Copriva la sua considerevole stazza con strati svolazzanti di stoffa scura, e si anneriva il contorno occhi, presumibilmente usando una vanga.

Cinderella, coi sui diciassette anni, sarebbe stata la più giovane delle GTOs. Era una ragazza che se la sapeva cavare; arrivata a L.A. da una famiglia borghese di Manhattan Beach, poteva essere considerata la prima punk, coi suoi capelli corti con le mèches, e le spille da balia che tenevano assieme il suo abbigliamento, fatto di catene, pezzi di pelliccia, calzamaglie variopinte e scarpe d’epoca. Il suo volto, impiastricciato con un trucco troppo forte per i suoi capelli biondi, portava i segni di un’esistenza passata a vivere di espedienti. Si sedeva in modo sfacciato, mostrando l’inguine, tanto che David Gilmour dei Pink Floyd una volta sbottò: «Per cortesia, chiudi le gambe, mi infastidisci».

Eccole, ai piedi di Frank, le sette GTOs, vestite con abiti più o meno succinti, pittoreschi e teatrali, e gli occhi che si spalancano alle sue parole. «Penso che abbiate quello che ci vuole per il rock’n’roll. Siete piene di idee, e forse siete anche dotate di qualche talento nascosto. Perché non farci soldi? Se riuscite a tirar fuori dodici pezzi originali, vi porto in studio a registrare un album».

Seguì un momento di silenzio stupefatto, e poi un’esplosione di urla e squittii, con le ragazze che si abbracciavano saltando su e giù. Frank alzò la mano per calmarle. «Parlo seriamente», aggiunse. «Incentrate i testi sulle vostre esperienze, e potremmo avere un prodotto vendibile». Per l’amor del cielo, quale sarebbe stata la prossima trovata di Frank? Come potevano quelle ragazze, nessuna delle quali era intonata, realizzare un album che una persona sana di mente volesse comprare? «Saremo delle popstar!», «Saremo famose!», «Andremo in tv!». Strillavano tanto forte che dovetti coprirmi le orecchie, malgrado il mio pessimo udito.

Il volto di PamZ invece si fece di pietra, e se ne andò a passi pesanti in camera sua, ma me ne accorsi solo io. Nei giorni seguenti, non smise quasi mai di piangere, svuotando i fazzoletti della mia scatola (quella che aveva rifiutato come regalo) e facendosi il naso rosso e infiammato. Temeva che le GTOs le soffiassero il ruolo di Suzy Creamcheese. Provai a rassicurarla: «Se queste ragazze riescono a scrivere dodici canzoni, ti porto fuori a mangiare tutti i giorni per una settimana. Non hanno alcuna possibilità di farcela, stai piangendo per niente».

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